Ci siamo incontrati sotto il segno della musica. Ieri, ascoltando la "Settima" di Beethoven, hai cercato la mia mano qualsi a salvarti con me da quel torrente di armoniache ci investiva. La tua piccola mano tremava come se volesse spiccare il volo. Il sangue ti batteva ai polsi in ritmo di danza. Una grande allegrezza ti traboccava dagli occhi inondati di luce. E ti facevi sempre più vicina, come per divenire una cosa sola con me, fuori del tempo e dello spazio, nel ritmo eterno della vita. La musica operava il divino miracolo di staccare le nostre anime dai corpi, e mentre immergeva questi in letargo sospingeva quelle verso il sogno. Solo le nostre mani, teneramente unite, erano il nodo che ci ormeggiava alla terra. E forse per non naufragare da soli ci siamo stretti di più. Allora mi hai guardato e hai richiuso gli occhi, come se dopo quell'istante di muta dedizione divenisse inutile anche vedere. E hai reclinato la testa quasi per morire nell'onda luminosa e risorgere insieme nell'oceano senza confine di tutte le armonie. Così ti ho trovata come ti avevo sognata. 85
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