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lunedì 26 dicembre 2011

Bisogna ascoltare, comprendere e seguire i richiami.



Ma noi tutti possiamo migliorare se sappiamo ascoltare, comprendere e seguire i richiami. Qualche volta si direbbe che giungano da una misteriosa regione spirituale, dove da millenni si custodiscono i germi e i frammenti degli ideali di bellezza, di carità e di armonia che l'umanità insegue faticosamente, ma sempre con rinnovata speranza. Così il Beato Angelico si inginocchiava prima di dipingere, San Francesco chiusi gli occhi alla luce, scriveva il Cantico del sole e Beethoven, imprigionato nel silenzio dei sordi, ascoltava la voce dell'umanità e componeva la Nona. Altre volte, improvvisamente, in certe ore crepuscolari, arrivano alla coscienza richiami ancora più misteriosi che si direbbe vengano da grandi lontananze e attraverso oceani di luce, tanto sembrano attutiti nella nebbia e circonfusi da aloni fosforescenti. La coscienza li registra o in letargo o in estasi. Sogni, presagi, telepatie che hanno la nitidezza delle incisioni, o il bagliore dei lampi. Forse provengono dai mondi che non ricordiamo più. Forse dai regni che non conosciamo ancora. Forse dall'impero di quelli che chiamiamo morti. E allora la preghiera è il luminoso ponte che ci unisce al mistero.70

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